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Amedeo IX
Amedeo nasce nel 1435 da Ludovico I e Anna di Lusignano ed erediterà il titolo come Amedeo IX duca di Savoia e principe del Piemonte.
Sin da quando era bambino, il nonno Amedeo VIII, trattò con il re di Francia il matrimonio tra sua figlia Iolanda (o Violante) ed Amedeo. Iolanda raggiunge la corte sabauda fin da bambina e il matrimonio è celebrato nel 1452.

Amedeo IX prese il potere nel 1465 alla morte del padre. Religiosissimo, pio e morigerato impose alla corte uno stile serio e severo. Tuttavia, il suo disinteresse per il governo assieme alla sua grave epilessia lo resero un sovrano debole e non adatto al ruolo.
Il peggiorare della malattia, le pressioni e le ingerenze della Francia lo convinsero a ritirarsi a vita privata nel 1469, lasciando un consiglio di reggenza a capo della moglie Iolanda.
Questa decisione scatenò l’ira del fratello Filippo. Egli, sostenuto dagli altri fratelli Giacomo e Luigi, si ribellò alla decisione di Amedeo IX incarcerandolo. Sarà rilasciato solamente grazie all’intervento del re di Francia che ne ordinò la libertà. In ogni caso Iolanda, sostenuta sia dalla Francia che dai nobili piemontesi, riuscì a sconfiggere Filippo, mentendo il controllo del ducato.
Superata questa difficile prova, Amedeo IX si ritira a Vercelli, dove muore e fu sepolto nel 1472.
Come detto, incapace di governare ed inetto politicamente, fu però molto prodigo nell’aiutare il popolo, soprattutto i poveri con ingenti lasciti. Sostenne la crociata di Pio II per la liberazione di Costantinopoli e venne beatificato da papa Innocenzo XI nel 1678.
Ebbe diversi figli, tra cui il suo successore Filiberto I.
Filiberto I
Filiberto I nasce a Chambery nel 1465, figlio di Amedeo IX e Iolanda di Francia, sorella di re Luigi XI. Alla morte del padre nel 1472 ne eredita il ducato ma, vista la giovane età sarà concessa la reggenza alla madre.
Questa decisione è appoggiata anche dal duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, che voleva limitare l’ingerenza francese in Piemonte. Per rafforzare i rapporti tra i due ducati egli propose anche il matrimonio tra Filiberto e sua figlia Bianca Maria. L’unione è celebrata nel 1472, tuttavia il matrimonio non è mai consumato.
Nel 1477 Filiberto subì un tentativo di rapimento. Carlo il Temerario, duca di Borgogna, avendo perso il sostegno Savoia mise in atto la sua vendetta progettando il rapimento del duca, che fallì. Riuscì pero a far prigionieri la madre e i fratelli. Nonostante il fallimento, Filiberto assieme alle sorelle e ai fratelli minori è affidato allo zio materno Luigi XI re di Francia. L’anno successivo la madre morì, lasciando in pratica il regno senza una guida.

La situazione politica interna al ducato era più che mai complicata. Il regno era fisicamente diviso in due dalle Alpi e negli ultimi decenni i territori italiani era cresciuti molto sia in dimensione che importanza commerciale e sociale. Questo contribuì a creare due fazioni, piemontesi e savoiardi che si contrapponevano e lottavano per la supremazia all’interno del ducato.
Nel 1479 i piemontesi chiesero di istituire un governo in cui i membri fossero equamente divisi tra le due fazioni. Questa proposta non piacque a Luigi XI, che temeva di dover ridurre la sua influenza sul ducato. Nello stesso periodo l’insofferenza dei piemontesi culminò in proteste e disordini in diverse città. Approfittando del fatto che Filippo si trovava a Chambery, Luigi XI ordinò a Ludovico conte de La Chambre di recarsi in Piemonte e sedare le rivolte. Infine nel 1480 Filiberto I è richiamato alla corte francese con l’intento di limitarne ulteriormente l’indipendenza.
Durante il viaggio lo stesso La Chambre fece però rapire il duca Savoia e lo imprigionò nel 1481 proprio mentre diventava maggiorenne. Il ducato si trovava nuovamente senza guida. A questo pose rimedio il re di Francia nominando Filippo conte di Bresse (zio di Filiberto) governatore della Savoia e destinando il Piemonte a Gian Ludovico vescovo di Ginevra (altro zio di Filiberto).
In questo complesso contesto Filiberto mantenne sempre un basso profilo, accondiscendendo il desiderio di Luigi XI di averlo a corte. Solo l’insistenza dei savoiardi costrinse il re a far partire il duca. Tuttavia una volta arrivato a Chambery Filiberto si disinteressò completamente della gestione dei territori e del governo, riaccendendo il malcontento soprattutto nelle città di Cuneo e Mondovì.
Nel mentre la salute del duca peggiorò. Sin da piccolo soffriva di problemi ai reni che si aggravarono nel 1481. Vennero chiamati a corte sei medici e due chirurghi, ma le cure risultarono insufficienti e Filiberto I morì nell’aprile del 1482.
Privo di eredi, il titolo passò al fratello Carlo.