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Carlo Emanuele I nasce a Rivoli nel 1562, figlio di Emanuele Filiberto e Margherita di Valois. La salute cagionevole e il fisico gracile del giovane duca preoccuparono non poco la madre, che tuttavia ne seguì l’educazione e lo guidò fino all’ascesa al trono nel 1580.
Carlo Emanuele si trovò sin da subito a governare uno Stato nel quale si intrecciavano complesse influenze politiche francesi e spagnole. Gli stessi consiglieri nominati dal padre erano divisi tra chi appoggiava gli uni e chi gli altri. Il sottile gioco di alleanze politiche disorientò non poco il giovane duca, non avvezzo alla gestione del precario equilibrio instaurato dal padre.
Carlo Emanuele I e la Spagna

Esempio ne è l’immediato tentativo di Carlo Emanuele I di conquistare Ginevra nel 1581. Il duca era convinto che avrebbe ricevuto l’appoggio della Chiesa, in quanto Ginevra era il principale luogo in cui si professava il calvinismo. Dall’altra parte si convinse anche che che la Francia non sarebbe intervenuta a causa delle guerre civili interne. Tuttavia, Ginevra era uno snodo commerciale troppo importante per passare inosservato ai francesi ed anche la Chiesa non vedeva di buon occhio il riaccendersi di una guerra nel centro dell’Europa. Carlo Emanuele I è quindi costretto a desistere, con pesanti ripercussioni politiche. I precari rapporti con i Cantoni Svizzeri sono del tutto interrotti, le relazioni con la Francia e gli stati confinanti al ducato peggiorano drasticamente. Trovandosi quasi completamente isolato, Carlo Emanuele divenne un fervido filospagnolo.
I rapporti amichevoli tra Savoia e Spagnoli sfociarono nel matrimonio tra Carlo Emanuele I e Caterina di Spagna, seconda figlia di Filippo II. Tuttavia, il duca non ottenne quell’appoggio politico e militare in cui sperava.
La conquista di Saluzzo
Deluso dagli spagnoli nella conquista di Ginevra, Carlo Emanuele rivolse le sue attenzioni ai territori sotto il controllo francese. Nonostante il parere contrario degli spagnoli, approfittando delle guerre interne francesi, nel 1588 il duca riuscì a conquistare abbastanza agevolmente il Saluzzese. In questa occasione la preparazione militare e politica all’impresa fu senz’altro più accorta e meno istintiva dell’iniziativa precedente.
La conquista del Saluzzese fu particolarmente ben vista da parte della Chiesa, come rafforzamento dei confini cattolici contro l’infiltrazione della dottrina calvinista professata nei cantoni svizzeri. Proprio la benevolenza della Chiesa obbligò gli spagnoli a sostenere, sebbene di malavoglia, le mire di Carlo Emanuele I su Ginevra. Sembra sia il momento propizio per una massiccia offensiva contro gli svizzeri ma, nel 1589 muore il re di Francia facendo cambiare idea al duca sabaudo.

Approfittando del momento di confusione dello stato francese e rifacendosi ai suoi diritti verso la corona francese come figlio di Margerita di Valois, nel 1590 occupa la Provenza assumendone il governo per conto del re di Francia. Ancora una volta la sua azione non è approvata dal governo spagnolo.
L’esuberanza militare e la disobbedienza verso il governo spagnolo si ritorsero contro Carlo Emanuele I. L’esercito e l’economia sabaude erano troppo deboli per mantenere il controllo degli ampi territori della Provenza e di Saluzzo contro la reazione francese. La Spagna, che non aveva approvato le campagne militari, non gli fornì alcun aiuto. A poco a poco venne meno anche il supporto di Clemente VIII, che auspicava a un rappacificamento tra gli spagnoli e il nuovo re francese Enrico IV.
Carlo Emanuele I è costretto a ritirarsi e nel 1595 raggiunge un accordo per la sospensione dei combattimenti. I Savoia hanno ormai perso quasi tutte le conquiste fatte, non gli rimane che Bricherasio e Cavour.
Carlo Emanuele I e la Francia
La morte di Filippo II di Spagna nel 1598, concesse l’occasione a Carlo Emanuele I di riavvicinarsi ai francesi. Egli riuscì a portare la questione del dominio del Saluzzese al tavolo dei trattati di pace, garantendosi un arbitrato da parte di Clemente VIII. Tuttavia, non vi fu alcuna decisione in merito.

Nel 1599, Carlo Emanuele incontra Enrico IV per trovare un accordo. I Savoia però non erano nelle condizioni di poter trattare: non avevano nulla da offrire ed erano decisamente più deboli dei francesi. Sono così costretti a prendere in considerazione la proposta francese: cedere Saluzzo ed ottenere in cambio solamente la promessa di poter proporre un governatore dei territori a loro gradito.
Non avendo alcuna possibilità di rifiutare l’accordo, Carlo Emanuele I chiese nuovamente l’aiuto della Spagna. Con sua sorpresa Filippo III, preoccupato dalle ambizioni francese di Enrico IV, gli garantì un forte appoggio. Anche Clemente VIII, infastidito dall’iniziativa francese che lo aveva ignorato come arbitro, si dimostrò favorevole alla causa sabauda.
Nel 1601, l’ambasciatore pontificio inviato in Francia per celebrare le nozze di Enrico IV con Caterina de’ Medici riuscì a trovare un’intesa tra le parti ratificata nel trattato di Lione. Il Piemonte paga 100.000 scudi e cede alcuni territori, tra cui la contea di Bresse, alla Francia. In cambio ottiene il controllo del Saluzzese. Questo sembrò inizialmente un compromesso tutto a vantaggio della Francia, in realtà fu una vittoria politica dei Savoia. In cambio di territori lontani, difficili da controllare e soggetti all’influenza e alle mire espansionistiche francesi, Carlo Emanuele I consolidò la sua presenza in Italia ottenendo uno Stato più omogeneo e compatto.
Guerra per il Monferrato
A seguito del trattato di Lione, la politica di Carlo Emanuele I si ritrovò in stallo per diversi anni. Da una parte il suo desiderio di riavvicinarsi alla Francia si scontrava con i rancori e la diffidenza d’oltralpe per la perdita del Saluzzese. Dall’altra l’alleanza con la Spagna stava diventando un atto di sottomissione: Filippo III, intento a mantenere lo status quo, gli impediva difatti qualunque iniziativa politica anche verso gli altri Stati italiani.

Tuttavia, seppur lentamente e con molta fatica, la diplomazia e la prudenza di Carlo Emanuele I iniziò a dare qualche frutto nel 1608. In questo anno la figlia Margherita sposa Francesco Gonzaga in Lombardia, mentre Isabella va in sposa ad Alfonso d’Este.
La scossa politica che l’irruento Carlo Emanuele I aspettava arriva nel 1609. La disputa tra Germania e Impero per la successione del ducato di Cleves, incoraggiò la Francia a stringere un accordo con il Piemonte per un’offensiva congiunta contro il Milanese.
Enrico IV sperava infatti di bilanciare il dominio spagnolo nel sud Italia con una confederazione di Stati (Savoia, Venezia e Stato Pontificio) sotto la sua influenza. Carlo Emanuele vide invece l’opportunità di affrancarsi dal giogo spagnolo e magari ottenere qualche possedimento nel Monferrato.
Ultimi anni
Nel trattato del 1610 si sancisce l’alleanza tra Piemonte e Francia. In cambio della partecipazione all’attacco francese contro Milano i Savoia avrebbero ottenuto la Lombardia. Tuttavia, l’improvvisa morte di Enrico IV fece naufragare l’attacco. La reggente francese Maria de’ Medici intraprese trattative pacifiche con la Spagna, lasciando Carlo Emanuele solo, isolato ed esposto alla reazione spagnola. Per salvarsi, il duca sabaudo si umiliò chiedendo la grazia ed il pubblico perdono in ginocchio al re di Spagna.

Nonostante la dura punizione subita, Carlo Emanuele I riuscì a preservare i suoi territoti italiani. Sostenuto dall’entusiasmo del popolo e della nobiltà piemontese, tre anni più tardi, nel 1613, riprese i suoi piani di espansione verso il Monferrato, occupando di sorpresa Alba e Moncalvo. Carlo Emanuele sperava di ripetere un colpo di mano simile a quanto già accaduto nel Saluzzese, ma questa volta si trovò completamente isolato e dovette subire il contrattacco spagnolo che lo costrinse ad un frettoloso ed inglorioso ritiro.
Incapaci di tenere a freno l’esuberante Carlo Emanuele, gli spagnoli tentarono di eliminare definitivamente il duca sabaudo. Forti del successo appena ottenuto gli imposero il disarmo immediato dell’esercito. Questo però fu un errore. Il presunto atto di forza della Spagna, prontamente respinto da Carlo Emanuele, catturò l’interesse politico di tutta Europa. Gli Stati italiani, infastiditi e preoccupati dall’arroganza spagnola si fecero solidali con il duca Savoia. Anche la Francia, che temeva di perdere la sua influenza sull’Italia e che rischiava di essere circondata dagli spagnoli, si mosse a sostegno del Piemonte. Tuttavia si giunse presto alla firma dei trattati di pace del 1617, che permisero a Carlo Emanuele di mantenere il suo esercito pur dovendo rinunciare al Monferrato.
La Guerra dei Trent’anni
Nel frattempo, l’Europa iniziava ad essere pervasa da quei movimenti che a partire dal 1618 porteranno a quella che è conosciuta come la Guerra dei Trent’anni. Carlo Emanuele colse quindi l’opportunità di avvicinarsi nuovamente alla Francia organizzando il matrimonio tra suo figlio Vittorio Amedeo e Cristina di Francia, figlia di Enrico IV.

Nicolò Barabino
Nella confusione delle varie guerre che imperversarono in Europa negli anni successivi, Carlo Emanuele I non prese mai una posizione definita. Tentò di destreggiarsi con accordi ed alleanze a seconda delle circostanze e della convenienza. Inizialmente la sua strategia ha successo, poi però i conflitti tra Spagna e Francia si spostano in Italie e Carlo Emanuele ne è travolto. Perse Pinerolo,
il marchesato di Saluzzo e la parte di Monferrato che era riuscito a mantenere per un periodo ed infine anche parte della Savoia. Nel tentativo di difendere quanto rimaneva del ducato, morì a Savigliano nel 1630.
Carlo Emanuele lasciò uno Stato completamente devastato. Gran parte dei territori erano andati perduti. La popolazione era dilaniata ed affamata dalla peste e dalla carestia del 1629. Le risorse agricole risentivano ancora delle conseguenze delle guerre del Monferrato.
Gli va dato atto, tuttavia, di aver migliorato l’organizzazione militare, e di aver spostato il baricentro della politica sabauda stabilmente in Italia, con l’acquisizione di Saluzzo e l’interesse verso il Monferrato. Da sottolineare anche la sua ferrea volontà e tenacia nel contrapporsi vittoriosamente più volte alle richieste spagnole facendo emergere per la prima volta il problema dell’egemonia iberica in Italia.
Discendenza di Carlo Emanuele I
Passato alla storia come Il Grande e soprannominato dal popolo come Testa di Fuoco, sposato con Caterina d’Asburgo ebbe dieci figli tra cui Vittorio Amedeo I che gli succede sul trono.
Ebbe anche alcune relazioni extraconiugali, tra questa va ricordata quella con Margherita de Roussilon, marchesa di Riva. Da lei ebbe una figlia illegittima, Margherita di Savoia, che tra i suoi discendenti avrà Camillo Benso conte di Cavour.