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Filiberto II

Filiberto II nasce nel 1480 come primogenito di Filippo II, frequentando sin da piccolo la corte di Carlo VIII, re di Francia.

Filiberto II
Filiberto II

Il padre, tuttavia, nonostante il breve regno tentò di liberarsi dall’egemonia e dall’influenza francese. In quest’ottica deve essere vista la sua approvazione al matrimonio di Filiberto con la figlia del duca di Monferrato. Il matrimonio viene celebrato nel 1496. Un anno più tardi, alla morte del padre, Filiberto eredita il titolo di duca di Savoia e tutti i possedimenti.

 Filiberto II, soprannominato il Bello per l’estetica dei suoi lineamenti, si dimostrò debole e poco interessato al governo del Ducato, preferendogli caccia e divertimenti. Stabilitosi in Piemonte, riesce comunque a resistere alle offerte e doni provenienti dai francesi che speravano di riprendere il controllo dello Stato.

Roberto, il Gran Bastardo

Nei primi anni di governo segue la linea paterna allontanandosi dalla Francia ed avvicinandosi agli Stati Italiani. Tuttavia si limitò a fornire indicazioni generiche, lasciando la guida del governo al fratellastro Roberto, detto il Gran Bastardo.

Roberto lavorò invece al riavvicinamento con Luigi XII, re di Francia, il quale spinse il duca Filiberto II ad appoggiarlo nell’attacco verso il duca di Milano Ludovico il Moro. Filiberto II diede la sua approvazione in cambio di notevoi somme di denaro.

Nell’ingresso a Milano del 1499, con Filiberto II al fianco di Luigi XII, sembra quasi che il Ducato di Savoia sia una provincia della Francia. Le paure che il padre Filippo II ebbe per tutta la vita sembravano ora concretizzarsi.

Filiberto II
Filiberto II

Nello stesso anno muore la moglie di Filippo. Per contrastare la supremazia francese, egli si affretta a sposare Margherita, figlia di Massimiliano I d’Asburgo. Il matrimonio si celebra nel 1501 ed è la fine di Renato. La nuova duchessa mal sopporta le sue ingerenze e il suo potere nel governo. Considerando l’indolenza politica del marito, chiede allora al padre di delegittimarlo e farlo condannare a morte per ribellione.

Il forte carattere di Margherita surclassa il debole Filiberto II, che cambia repentinamente la sua visione politica avvicinandosi sempre più all’impero. In cambio nel 1503 otterrà la giurisdizione dei vescovati di Lione, Losanna, Ginevra, Aosta e Torino.

Un anno più tardi, durante un soggiorno in Francia morì a seguito di attacchi febbrili. Non avendo eredi diretti il ducato passa al fratellastro Carlo II.

Carlo II

Carlo II, fratellastro di Filiberto II nasce nel 1486 figlio di Filippo II e Claudia Brosse. Preso il potere nel 1504, alla morte del fratellastro Filiberto II si trova subito a dover fronteggiare una difficile situazione politica.

Carlo II

Internamente la lotta politica, ma non solo, tra savoiardi e piemontesi diventa sempre più serrata. Il regno è nettamente diviso in due dalle Alpi, non solo geograficamente, ma anche per gli aspetti politici ed economici. Tuttavia, entrambe le fazioni giocano in “campo neutro”. Le alterne fortune dell’uno o dell’altro dipendono principalmente dai rapporti economici e le intese politiche che riescono ad ottenere con Ginevra. I commerci con Ginevra sono fondamentali per entrambi, sono parte fondamentale della ricchezza dei territori. In più occasioni le due fazioni hanno tentato di annettere Ginevra, assicurandosi una fonte di reddito sicura, senza però mai riuscirci del tutto e limitandosi a sviluppare ricchi commerci con quell’area.

Negli ultimi anni di governo, Filiberto II tentò di porre fine a questo scontro intensificando la pressione verso Ginevra nella speranza di poterla includere nello Stato Sabaudo. La prospettiva di un’espansione Savoia mise in allarme gli stati svizzeri confinanti, ed anche il re di Francia.

In questo contesto Filiberto II morì, lasciando in mano a Carlo II una situazione esplosiva. Egli adottò sin da subito una politica prudente, portando avanti relazioni di amicizia con papa Giulio II, Luigi XII re di Francia, i Cantoni Svizzeri e confermando il rapporto feudale verso l’imperatore Massimiliano. Congiuntamente abbandonò il piano di annessione di Ginevra.

Il caso Dufour

Per appianare i dissidi interni Carlo II perseguì un’altra politica. Nell’intento di equilibrare il numero di piemontesi e savoiardi nel governo e rimpolpare le casse dello Stato, mise in vendita alcune cariche (usanza comune all’epoca). Tuttavia, il duca non credeva che quest’iniziativa si sarebbe rivelata un disastro totale che metteva a rischio tutto il ducato.

Jean Vulliet e Pierre Troilliet, entrambi di Chambery e non nobili, comprarono l’ufficio di segretario ducale. Il segretario sostituto dal Vulliet, Jean Dufour, originario di Annecy e già ostile al duca, si infuriò oltre misura. Sostenne che Carlo II si stava circondando di uomini pericolosi, incapaci e corrotti.

Filiberto I e Carlo II
Ritratto di Carlo II

Dopo quasi trent’anni di servizio ducale, nel 1508 Dufour si dimette e si trasferisce a Berna. Da qui visita tutti i Cantoni svizzeri mostrando documenti nei quali sono indicati i lasciti (territoriali ed economici) verso gli svizzeri decisi da nel 1489 Carlo I nel caso in cui il potere non fosse andato a eredi diretti. In altre parole, egli preferiva smembrare e dissolvere lo Stato, cedendone i territori ai vicini, piuttosto che lasciarlo ad altri membri di famiglia.

Qui va ricordato che l’unico figlio, ed erede di Carlo I, morì in giovane età. Egli di fatto non governerà mai, poiché durante la sua breve vita fu sottoposto alla reggenza della madre. Successivamente il ducato passò poi a Filippo II, zio di Carlo I.

Sulla base di questi documenti i Cantoni svizzeri iniziano a reclamare i loro lasciti, individuando in Carlo II un usurpatore. Il duca sabaudo si appella di diversi principi e corti, ma alla fine è costretto a scegliere. Cedere i territori o pagare ingenti somme ai Cantoni per mantenerne il possesso. Carlo II scelse di pagare.

La truffa

Oggi sappiamo che quei documenti non sono autentici, era una vendetta fraudolenta del Dufour. La falsificazione fu fatta però ad opera d’arte e Carlo II non fu in grado di metterne in dubbio l’autenticità. Tra il 1509 (anno di morte del Dufour) e il 1512 Carlo II stipulò nuovi trattati con gli svizzeri, che avendo vinto la disputa lo misero praticamente in ginocchio. Egli si trovò così indebitato fino al collo nei confronti dei Cantoni svizzeri subendo l’egemonia e la pressione anche di Ginevra. La situazione politica si era completamente ribaltata.

Oltre al danno la beffa. Per far fronte alla frode del Dufour, Carlo II dal 1507 fu stabilmente in Savoia. Questo aggravò i rapporti tra savoiardi e piemontesi. La Savoia sostenne fortemente il duca, mentre i piemontesi, sentendosi abbandonati, iniziarono ad osteggiarlo. Inoltre, fu la Savoia più del Piemonte a supportarlo nella difesa del ducato durante la risoluzione della frode Dufour.

Politica interna di Carlo II

Il grande “strappo” avvenne nel 1517. Carlo II, in difficoltà su più fronti, chiese agli stati piemontesi di creare autonomamente un esercito di diecimila unità, per potersi difendere da eventuali aggressioni milanesi e svizzere. Tutti rifiutarono, ritenendo che questo fosse un dovere del duca al quale già pagavano ingenti sussidi. Nonostante i rapporti fossero molto tesi, il Piemonte non manifestò neppure in seguito il desiderio di separarsi dal ducato, continuando a ad essere un’importante fonte economica per lo Stato.

Filibarto II
Monete del regno Carlo II

Nel mentre Carlo II riprese a coltivare il suo sogno di annettere Ginevra, prima cercando il supporto dei francesi e dal 1523 chiedendo sostegno all’Impero di Carlo V. Entrambi però non vollero mai impegnarsi troppo nella disputa tra ducato Sabaudo e Cantoni Svizzeri. Questo portò Ginevra a ridurre sempre più i rapporti commerciali e politici con Savoia e Piemonte. Nel 1526 cacciarono il vescovo filosabaudo e iniziarono ad avvicinarsi a Bernesi e Friburghesi formando un fronte di opposizione comune ai Savoia. La conseguenza fu che gli Svizzeri ruppero tutti gli accordi siglati nel 1509, durante la crisi Dufour.

Le continue provocazioni di Carlo II nei confronti di Ginevra e degli stati Svizzeri assieme al riaprirsi del conflitto franco-asburgico fece crollare il già debole ducato. Tra il 1536 e il1537 quasi tutto lo Stato Sabaudo venne occupato dalle forze francesi e svizzere. A Carlo II rimase solamente una parte del Piemonte, la Valle d’Aosta e Nizza.

Smembramento dello stato

Nel 1537 i valdostani preservarono il loro territorio con accordi di neutralità stipulati sia con la Francia che con l’Impero. Mantennero comunque anche gli impegni nei confronti del ducato. Tuttavia, la Val d’Aosta iniziò un processo di autonomia e indipendenza. Pur rimanendo fedele al duca, divenne uno stato nello Stato, con un governo quasi del tutto indipendente.

Del Piemonte rimase poco, Vercelli, Cuneo e per un periodo Ivrea e Asti. Qui per la prima volta i piemontesi riuscirono a surclassare i savoiardi. Questi ultimi, fuggiti dalla Savoia caduta in mano ai francesi, non avevano appoggi ed erano incapaci di muoversi, in quanto non nel loro elemento naturale. I governatori piemontesi riuscirono così ad avere la meglio favorendo i propri interessi a discapito della fazione d’oltralpe.

A Nizza invece le cose non cambiarono molto. Il nizzardo era un mondo chiuso su sé stesso già prima. I proventi derivati dal sale garantivano privilegi e benessere a tutta la popolazione. La zona non fu toccata dalla guerra tra Francia e Austria, anzi aumentò notevolmente i suoi traffici con la vicina Savoia. Questa sotto il controllo dei francesi, necessitava di materie prime per sostenere la guerra.

Gli ultimi anni

Negli ultimi anni di governo, Carlo II non fu più in grado di far valere il suo volere. I tre stati Sabaudi lottavano per sopravvive ognuno indipendentemente dall’altro. Il duca aveva perso il suo prestigio e il suo potere. Conscio della drammatica situazione in cui versava lo Stato, Carlo II nel 1543 mandò il suo successore, Emanuele Filiberto, a servizio presso l’imperatore Carlo V, nella speranza di poter un giorno recuperare le sue terre per intercessione di Carlo V stesso.

Carlo II, IX duca di Savoia, morì nel 1553 a Vercelli e venne sepolto nella cattedrale. La sua debolezza ed incapacità politica lo fecero passare alla storia come Carlo II il Buono, ma questo appellativo pare sin troppo generoso nei suoi confronti.

Nel 1521, Carlo II sposò Maria Beatrice di Portogallo, figlia del re portoghese. La coppia ebbe nove figli, ma solamente Emanuele Filiberto sopravvisse al padre.