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Sito Ufficiale: Castello del Valentino
Foto di Lucia Ranieri

Il Castello del Valentino, situato all’interno dell’omonimo parco sulle rive del Po, fu residenza sabauda per lungo tempo. Passata al demanio nel 1850, dal 1997 fa Parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

Il nome Valentino è abbastanza incerto. Documenti del 1275 parlano di Vallantinum indicando una piccola valle parallela al Po in cui scorreva un ruscello. Altre fonti fanno risalire il nome a San Valentino, le cui reliquie sembra fossero conservate in una piccola chiesa del luogo.

Sembra, inoltre che da qui abbia inizio la festa degli innamorati. Ogni anno, Il 14 febbraio, la nobiltà si riuniva per partecipare ad una festa galante in cui ogni donna chiamava Valentino il proprio cavaliere.

Storia

Castello del Valentino
Castello del Valentino

Le prime notizie certe di un edificio in questa zona si hanno a partire da metà del 1500. Da documenti storici sappiamo della vendita nel 1564 a Emanuele Filiberto di una villa appartenuta alla famiglia Birago.

L’anno successivo il sovrano lo vendette a sua volta al tesoriere ducale Giovanni De Brosses per finanziare la costruzione della Cittadella. L’edificio tornò ad essere di proprietà Savoia nel 1570, quando. Emanuele Filiberto lo riacquista. Egli affida ad Andrea Palladio un primo ampliamento terminato nel 1578. Nel 1580 Carlo Emanuele I, successore di Emanuele Filiberto, lo cedette a Filippo I d’Este.

Ampliamenti del Castello del Valentino

Tuttavia, la parte più interessante della storia del Castello del Valentino inizia nel 1619. In quell’anno il Castello è ceduto a Maria Cristina di Francia come dono di nozze con Vittorio Amedeo I.

Rimasta vedova e assunta la reggenza del ducato, fece rimaneggiare l’edificio da Carlo ed Amedeo di Castellamonte che terminarono i lavori nel 1621.

Castello del Valentino - Vista sul Po
Castello del Valentino
Vista sul Po

Maria Cristina amava trascorrere molto tempo presso il Castello del Valentino. Esso diventa la base per i suoi incontri clandestini con l’amante Filippo d’Agliè. Lontano da sguardi indiscreti attraversava facilmente il fiume per andare ad incontrarlo sulle pendici del Monte dei Cappuccini

Nel 1645, fece ampliare il palazzo aggiungendo tre padiglioni frontali collegati da portici. La conclusione dei lavori nel 1660 conferì all’edificio la forma attuale con i ripidi tetti spioventi.

L’espansione della città portò progressivamente ad inglobare il Castello del Valentino nel contesto urbano torinese.

Durante il periodo napoleonico di inizio ‘800, come molti altri palazzi, il Castello è destinato ad usi militari. Diventa sede dei corpi di Artiglieria, Cavalleria e viene aperta la prima scuola di Veterinaria. Il rientro dei Savoia con la Restaurazione del 1814, non ne modificherà l’uso.

Il Castello del Valentino oggi

Nel 1850 il Demanio ne diventa proprietario, mantenendo lo scopo militare ancora per qualche tempo. Nel 1857 gli architetti Domenico Ferri e Luigi Tonta riadattano la struttura per ospitare la VI Esposizione Nazionale dei Prodotti per l’Industria.

Il Castello del Valentino viene nuovamente rimaneggiato negli anni Sessanta dell’800. Congiuntamente si procede anche alla nuova sistemazione del parco.

Castello del Valentino
Castello del Valentino
Ingresso

Nel 1864 è destinato a sede del Regio Museo Industriale. Successivamente, nel 1880 si insediò la Regia Scuola di Applicazione per ingegneri. Infine, nel 1906 le due istituzioni si fondono assieme originando il Regio Politecnico di Torino.

Oggigiorno il Castello del Valentino ospita i corsi di laurea del Dipartimento di Architettura.

Esterno

L’architettura del Castello del Valentino ha forti influenze francesi, come ad esempio testimonia la forma del tetto. Frutto di numerosi rimaneggiamenti, ampliamenti e modifiche ha una simmetrica forma a U. Al centro un vasto cortile chiuso da un’imponente cancellata. La struttura principale e più antica è la parte centrale che si affaccia sul Po. Caratterizzato da un rivestimento in mattone a vista e un doppio scalone monumentale.

Interno del Castello del Valentino

Le stanze al piano terra sono intonacate senza particolari decorazioni. Il piano nobile invece è riccamente decorato nel corso del Seicento da artisti appartenenti a famiglie di imprenditori ticinesi.

Stanza dello Zodiaco

Castello del Valentino
Castello del Valentino

La Stanza dei Pianeti o dello Zodiaco si trova al primo piano del Castello del Valentino, rivolta verso il Po. Tutti gli affreschi della volta sono incentranti su allegorie che hanno come protagonista il Po e lo scorrere del tempo. Il Po, rappresentato al centro della volta con a fianco due putti che simboleggiano il giorno e la notte, viene incoronato dal Tempo. Tra i vari affreschi vi si trova anche la raffigurazione della caduta di Fetonte. Le rappresentazioni simboliche dell’Aurora, del Sole, di Iride e della Notte sono collocate nei 4 punti cardinali. Nella parte inferiore si trovano invece i dodici segni zodiacali. Il raccordo tra la volta e le pareti è dovuto all’intervento eseguito per l’Esposizione del 1858.

Stanza del Valentino

Probabilmente è stata la prima stanza ad essere realizzata durante il felice periodo del matrimonio tra Maria Cristina e Vittorio Amedeo I. In primo piano è ritratta Maria Cristina di Francia, raffigurata come Flora, nell’intento di raccogliere e distribuire fiori. Vi troviamo anche un medagliere, a ricordo della Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri

Stanza delle rose

La stanza riprende il titolo di re di Cipro, la cui rosa ne è il simbolo araldico, acquisito da Vittorio Amedeo I nel 1632. Durante gli interventi del 1858 vengono installati i busti di Emanuele Filiberto, Margherita di Valois e Maria Giovanna Battista sopra le porte.

Stanza dello Zodiaco
La stanza dello zodiaco

Gabinetto dei Fiori

Il Gabinetto dei Fiori è caratterizzato dall’assenza di affreschi e da ricche decorazioni in stucco dorato. Motivi vegetali e variegati fiori sono disposti lungo tutte le pareti. La decorazione è completata da otto specchi ricollocati seguendo documenti del 1644 durante i lavori di ristrutturazione del Novecento. Durante i lavori è stata anche ripristinata la pavimentazione originale.