
“Vi prego di parlare più forte perché non si sente eccessivamente bene”, sono queste le parole della prima telefonata spaziale.
Prima di addentrarci nei dettagli della telefonata, vediamo come si è potuto arrivare a questo importante avvenimento. Occorre partire da molto lontano. Facciamo un salto nella prima metà dell’Ottocento.
La storia

Aosta, 1843: Innocenzo Manzetti compie i primi studi al mondo sulla trasmissione di suoni attraverso l’elettricità. Nel 1865 egli mise a punto uno strumento chiamato télégraphe vocal che permetteva di trasmettere la voce ad oltre mezzo chilometro di distanza. La notizia fece il giro del mondo, per la prima in assoluto si poteva trasmettere la voce grande distanza. Purtroppo però non ha mai brevettato il prototipo.

Avana, 1849: Antonio Meucci scopre la trasmissione della voce per via elettrica. Ma fu solo nel 1854 a New York che realizzò il primo collegamento. Costruì un impianto per poter comunicare agevolmente con la moglie, che malata di artrite e gravemente invalida non poteva muoversi dalla camera da letto. Meucci, che viveva con un sussidio e non sapeva palare inglese, non brevettò e non pubblicizzò mai la sua invenzione. Anni dopo, letta la notizia dell’invenzione di Manzetti ammetterà che il télégraphe vocal è superiore al suo telettrofono. Per far funzionare il telettrofono occorreva tenere una barretta tra i denti per fare “il contatto”, l’apparecchiatura di Manzetti prevedeva già l’utilizzo della cornetta.

New York, 1876: Alexander Graham Bell, uno scozzese naturalizzato americano brevetta il telefono. Fu lui l’unico a poter sfruttare l’enorme tornaconto economico di questa nuova invenzione. Egli fonderà la Bell Telephone Company e nel 1885 darà vita alla American Telephone and Telegraph Company (AT&T), che oggi è la più grande compagnia telefonica statunitense.
Il satellite
Cape Canaveral, 10 luglio 1962: La NASA lancia in orbita il Telstar 1, il primo satellite telefonico. Il progetto satellitare è sviluppato in collaborazione con l’AT&T statunitense, il General Post Office britannico e France Telecom.
Arriviamo al 26 luglio 1962. Quel giorno il Telstar 1 tramite 21 collegamenti con città e università europee ed americane fece parlare tra loro per la prima volta 146 persone. New York telefonò a Berlino Ovest, dalla Pensylvania Pittsburgh chiamò Bilbao in Spagna. In Italia la piccola cittadina Alba (22 mila abitatati) sarebbe stata raggiunta dall’altrettanto piccolo centro gemellato di Medford (24 mila abitanti) nell’Oregon.
L’evento, ebbe risonanza nazionale e venne seguito da un giovanissimo Gianpaolo Pansa, inviato della Stampa, che definiva Alba come “al centro di una delle zone più misere del Piemonte: le Langhe.” Tutta la città è addobbata a festa, c’è la banda musicale e sono installati degli altoparlanti per ascoltare la telefonata.
La telefonata spaziale
La telefonata era prevista per le 00.15. I due sindaci che si erano conosciuti tramite corrispondenza e foto, si sarebbero potuti parlare per la prima volta. Ad ascoltare la telefonata dagli altoparlanti installati in piazza del Risorgimento ad Alba arrivarono oltre 5000 persone. Nella sala consiliare di Medford si riunirono 60 persone.
Così è descritta la frenetica attesa:
Il caldo rende pigri anche i satelliti. La “telefonata spaziale” da Medford, prevista per le 0,15, è giunta con più di mezz’ora di ritardo dopo decine di chiamate di prova e di preavviso che hanno tenuto in allarme per tutta la sera i tecnici della Stipel. C’è stato perfino uno squillo di tromba fuori tempo, che ha dato al foltissimo pubblico raccolto sulla piazza la sensazione errata che il momento fosse giunto. Alla fine il sospirato contatto è stato stabilito.
Giancarlo Pansa, La Stampa
Alle 00.48 finalmente John Snider, 45 anni, sindaco di Medford dal 1956, chiama Osvaldo Cagnasso, 60 anni, ex partigiano e parlamentare DC. Accanto a lui l’interprete, la professoressa d’inglese Sandra Giglio (che diventerà poi sua moglie).
“Sono il sindaco di Alba, vi prego di parlare più forte perché non si sente eccessivamente bene.”
“As the world becomes smaller, my dear friend Osvaldo, let us hope our friendship may become even greater.” (Mentre il mondo diventa sempre più piccolo, mip caro Osvaldo, speriamo che la nostra amicizia possa diventare ancora più grande)
Questo il video originale dell’epoca dell’Istituto Luce sull’avvenimento.
La tecnologia
La telefonata spaziale durò circa 12 minuti e si concluse con i ringraziamenti italiani per la liberazione americana.
Tecnicamente fu lanciata dalla stazione di Andover, captata dal satellite Telstar che la ridiresse a terra verso la stazione francese di Pleumeur-Boudou. Da qui inviata al centralino di Lanion che la instrada verso Alba.
L’operazione non fu facile. Il satellite aveva un’orbita ellittica e poteva essere captato da terra solamente ogni 2 ore e mezza. Inoltre i segnali transoceanici erano disponibili solo per 20 minuti al giorno, cioè quando il satellite era sopra l’Atlantico.
In questo vecchio video (in lingua inglese), l’euforia americana nel spiegarne la tecnologia, il funzionamento e il progetto futuro per supplire ai limiti del Telstar. Probabilmente siamo andati addirittura oltre le aspettative dell’epoca.
Purtroppo, il Telstar 1 ha vita breve. L’anno successivo è danneggiato a causa degli esperimenti atomici condotti da americani e russi. Nel 1963 viene quindi lanciato il Telstar 2. Entrambi i satelliti non sono più funzionanti, ma continuano ad orbitare attorno alla Terra.
Resta comunque l’importanza di quella prima telefonata, un passo importante nel progresso tecnologico che ci permette oggi di comunicare con tutto il mondo.