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Maria Giovanna Battista nasce nel 1644 come primogenita di Carlo Amedeo di Savoia, duca del Genevese e di Nemours e Elisabetta di Vendome.

Gli anni della sua infanzia sono segnati dalla rivalità tra il padre e lo zio Francesco di Vendome. Pur essendo entrambi avversi a Mazzarino erano in competizione anche tra loro, diffidando l’uno dell’altro. Nel 1652 si sfidarono a duello e il duca di Nemours rimase ucciso. Il titolo passò quindi allo zio Enrico.
Pochi anni dopo, nel 1658 Maria Giovanna è accolta alla corte di re Luigi XIV, seguita poi dalla sorella minore. La morte di suo zio Enrico nel 1659 lascia alla giovane Maria Giovanna uno dei patrimoni più ricchi di Francia. L’immenso patrimonio e il reciproco interesse e passione con il duca Savoia Carlo Emanuele II venivano quindi strettamente sorvegliati sia da Luigi XIV che dalla reggente sabauda Maria Cristina di Francia.
Matrimoni falliti
La duchessa invitò quindi Maria Giovanna a Torino per poterla conoscere e valutarne carattere ed ambizioni di persona. Arrivata a Torino nel 1659 con la madre e la sorella si trattenne per circa due mesi. Il desiderio di Carlo Emanuele II di prenderla in moglie, venne tuttavia fugato dalla madre. Il carattere deciso di Maria Giovanna colpì in modo particolare la reggente piemontese che vedeva in lei una possibile rivale per il potere. Decise quindi di non acconsentire al matrimonio.

Le Nemours rientrano a Parigi intenzionate a trovare un diverso marito per Maria Giovanna. Alla fine è scelto Carlo di Lorena, erede del ducato in quanto lo zio Nicola non aveva discendenti. I preparativi si concludono ufficialmente con un atto firmato nel 1662. Il vecchio duca però non voleva lasciare il ducato al nipote; pertanto, firma un trattato che, nel caso in cui il matrimonio fosse stato celebrato, nomina Luigi XIV suo erede universale, estromettendo di fatto il nipote.
L’unione diventa per tanto di estremo interesse per Luigi XIV, che avrebbe potuto esercitare un forte controllo sul ducato. Per evitare di essere costretto al matrimonio e finire completamente nelle mani del re, Carlo di Lorena fuggì da Parigi. Ciò nonostante, l’occasione era troppo ghiotta per Luigi XIV che fece celebrare il matrimonio con il vecchio duca Nicola in rappresentanza del nipote. Nel 1663 Carlo di Lorena rientra in Francia con la speranza di convincere Luigi XIV a tornare sui suoi passi, ma il tentativo fallisce ed è costretto a rientrare rapidamente a Vienna.
Maria Giovanna Battista duchessa di Savoia
Nel mentre, sempre nel 1663, Carlo Emanuele II sposa Francesca d’Orleans, nipote della duchessa Cristina. Francesca, che ha un carattere docile, mite e più facile da controllare e sottomettere, non avrebbe creato problemi al mantenimento della reggenza. Tuttavia, pochi mesi dopo sia Maria Cristina che la nuova duchessa si ammalarono. Costretta letto dalla malattia, Maria Cristina non poté evitare che il figlio Carlo Emanuele II passasse molto tempo tra feste e battute di caccia con le tre Nemours tornate a Torino.
Nel dicembre del 1663, Maria Cristina muore. Stessa sorte tocca tre settimane dopo anche a Francesca d’Orleans. Nel maggio del 1664 muore anche la madre di Maria Giovanna, colpita dal vaiolo. La tutela delle Nemours passa ad alcuni parenti materni e Maria Giovanna diviene dama d’onore della regina di Francia.

e il piccolo Vittorio Amedeo II
Ormai liberi da ogni vincolo e costrizione Carlo Emanuele II e Maria Giovanna organizzano il loro matrimonio. Il precedente matrimonio con Carlo di Lorena è annullato da papa Alessandro VII e nel 1665 i due si sposano celebrando le nozze nel duomo di Torino. L’anno successivo la sorella di Maria Giovanna va in sposa ad Alfonso VI re del Portogallo. Per l’occasione la duchessa cede alla sorella i suoi feudi francesi, la quale li donerà al re di Francia.
Vita coniugale
Quello tra Carlo Emanuele II e Maria Giovanna Battista fu un matrimonio politicamente felice. Fin da subito il duca coinvolge il più possibile la moglie nella gestione degli affari e nel governo. Ben diversa fu invece la loro relazione personale, con rapporti spesso difficili soprattutto a causa dei numerosi tradimenti coniugali del duca. Questo non impedì comunque a Maria Giovanna di dare alla luce l’unico figlio Vittorio Amedeo nel 1666.
Carlo Emanuele II muore nel 1675, lasciando il figlio Vittorio Amedeo II di soli 9 anni sotto la reggenza della madre. Il rapporto tra madre e figlio, pessimo sin dall’inizio, andò via via peggiorando sempre più. Maria Giovanna si dimostrò sorda alle richieste di affetto e alle necessità del figlio, che tra l’altro manifestava anche seri problemi di salute.
Reggenza di Maria Giovanna Battista
Le ragioni di un atteggiamento tanto freddo e disinteressato della duchessa derivano probabilmente dai pessimi rapporti che ella aveva con il defunto marito. Da una parte provava una profonda invidia verso l’amore che Carlo Emanuele II dimostrava verso il figlio, amore che verso di lei non aveva mai dimostrato tradendola più volte. Per questo pensava di essere stata usata solamente per dare un erede al trono alla dinastia. Dall’altra parte era probabilmente poco incline a svolgere il ruolo di madre.

Giovanna Battista
Forse per ripicca o per vendetta verso il marito, rimasta vedova Maria Giovanna si intrattenne in diverse relazioni amorose. Una di queste fu con il conte Cristiano Chabod de Saint-Maurice. Ventenne supponente e vanitoso, talmente inviso alla corte che nel 1679 Maria Giovanna fu costretta ad allontanarlo da Torino, sostituendolo con Carlo Francesco Valperga conte di Masino. Tuttavia, la relazione più importante e duratura fu invece quella con il conte Filippo d’Agliè suo favorito e consigliere durante tutto il periodo della reggenza.
Nel 1680 il conte di Masino viene nominato primo scudiere di Vittorio Amedeo. In realtà lo scopo della duchessa è quello di affiancare al figlio un uomo fidato che riferisca azioni e movimenti del giovane duca. Il conte di Masino si rivela una spina nel fianco di Vittorio Amedeo che mal sopportava i favoriti della madre e, meno ancora, il ruolo di controllore che egli esercitava in maniera assidua e stringente. Tuttavia, il duca, che si rese presto conto che non aveva ancora le forze per estromettere la madre dal controllo del governo, dovette accettare almeno temporaneamente la situazione.
Intrighi di corte
Perspicace come era, Maria Giovanna sapeva che la presa del potere da parte del figlio era solamente una questione di tempo. Tentò quindi di distrarlo con abili macchinazioni. Nel 1666 la sorella minore, Maria Francesca Elisabetta, aveva sposato il re del Portogallo Alfonso VI. L’anno successivo organizzò un colpo di stato facendo arrestare il marito e dando la reggenza del regno al fratello minore don Pedro. Fece anche annullare il suo precedente matrimonio per risposarsi con don Pedro dal quale ebbe una figlia, erede al trono.
Le due sorelle organizzarono quindi un matrimonio tra Maria Isabella Luisa, erede al trono del Portogallo, e Vittorio Amedeo. Il progetto prevedeva Vittorio Amedeo II sovrano di uno stato con un vasto impero coloniale e Maria Giovanna duchessa assoluta dei terrori Savoia. Il matrimonio era ben visto anche da re Luigi XIV che sperava di poter influenzare il Portogallo grazie ai rapporti di parentela. Nel 1681 si celebrò la cerimonia di fidanzamento, a rappresentare Vittorio Amedeo II fu inviato il marchese di Dronero.
L’anno successivo una flotta portoghese giunse a Villafranca di Nizza per prelevare lo sposo e condurlo a Lisbona. Tuttavia, Vittorio Amedeo II si finse malato, mentre il malcontento della nobiltà contraria alle nozze cresceva tanto che fu addirittura ordita una congiura (scoperta e sventata) per arrestare e deporre la reggente. Vittorio Amedeo II non si presentò mai a Nizza, così dopo mesi di inutile attesa la flotta rientrò in Portogallo ed il matrimonio sfumò.
La caduta
Questo primo atto di ribellione di Vittorio Amedeo II verso la madre incoraggiò la parte di nobiltà che lo sosteneva. Nel 1683 il marchese di Pianezza assieme al nipote Ottavio Provana di Druent tramarono per un rovesciamento del potere a favore del duca. Sicuri di avere il consenso di Vittorio Amedeo lo informarono, ma quest’ultimo invece li fece arrestare e poi informò la madre a dimostrazione che ormai aveva perso il sostegno della corte.

Nello stesso periodo anche Luigi XIV si apprestava a riconosce Vittorio Amedeo II come legittimo duca, tanto da proporgli il matrimonio con la nipote Anna d’Orleans. Maria Giovanna si oppose strenuamente a questa unione che avrebbe significato il suo totale declino. Per convincerla Luigi XIV è costretto ad inviare l’esercito in Piemonte minacciando di occupare Verrua e la stessa Torino. Ormai vinta, nel 1684 Maria Giovanna acconsentì al matrimonio e con un proclama dal castello di Rivoli Vittorio Amedeo II assunse il pieno potere del regno.
Gli ultimi anni
I primi provvedimenti del nuovo duca si indirizzarono a smantellare tutto il sistema di controllo che la madre aveva imbastito nei suoi confronti. Allontanò l’odiato conte di Masino, le ridusse l’appannaggio ma acconsentì alla madre di mantenere la residenza a palazzo Madama e di avere una propria corte.
Maria Giovanna continuò a frequentare il conte di Masino fino al 1690, finché questi non si trasferì a Milano. Non appoggiò mai la politica del figlio che porterà il ducato in guerra con la Francia, tanto da scrivere addirittura un trattato intitolato Mémoires de la régence per difendere il suo operato ed i vantaggi di una politica neutrale. Durante l’assedio di Torino del 1706 si rifugia a Cherasco e una volta rientrata a Torino si occupa del sostentamento di accademie letterarie.
Maria Giovanna Battista muore a Torino nel 1724 all’età di ottanta anni. Tumulata nel duomo vestita con l’abito delle carmelitane il suo corpo venne spostato alla Sacra di San Michele nel 1836.