
Sito ufficiale: Orto Botanico di Torino
Immagini prese dalla rete
L’orto botanico di Torino nasce nel 1729, per volere di Vittorio Amedeo II impegnato nella rinascita sociale, economica e culturale del regno. Con un decreto dell’8 novembre 1729, Vittorio Amedeo II istituisce presso l’Università la Cattedra ordinaria di Botanica dando l’incarico al medico Giovanni Bartolomeo Caccia di assumerne la direzione.
Il primo nucleo dell’orto botanico
È sua l’idea di avere un orto botanico nei pressi del parco del Valentino, con centinaia di specie vegetali. Caccia chiama anche il pittore milanese Giovanni Battista Morandi affidandogli l’incarico di disegnare le piante custodite nell’Orto. Proprio da un disegno del Morandi del 1732 possiamo vedere la sistemazione originaria dell’Orto, che all’epoca non aveva edifici al suo interno. Alla morte di Caccia, nel 1749, l’Orto contava 317 specie.
Vitalino Donati, successore di Caccia nella direzione, descrive le piante presenti nell’orto grazie a circa 150 acquerelli e la pubblicazione di due volumi. Donati morirà nel 1762 a seguito di un naufragio presso le coste indiane. Tutti gli elementi botanici da lui raccolti durante la missione scientifica sono perduti durante l’incidente. Si salvano solamente alcuni reperti egizi che andranno a formare il primo nucleo del Museo Egizio. Alla sua morte le specie presenti nell’Orto erano circa 1200.
Successore di Donati fu Carlo Allioni che completò l’opera di documentazione delle piante con illustrazioni pittoriche raccolte in 64 volumi. Sotto la direzione di Allioni l’Orto raggiunge le 4500 specie.
Nel 1796 Vittorio Amedeo III amplia l’Orto concedendo nuovi terreni inutilizzati e provvedendo alla costruzione di un fabbricato di due piani adibito ad arancera, Museo ed Erbario. A cavallo dell’Ottocento, i professori Carlo Allioni e Giovanni Pietro Dana proposero di aprire al pubblico il giardino e non riservarlo solo agli studiosi di botanica. Per renderlo più fruibile ai cittadini avanzarono l’ipotesi di trasferirlo all’interno della città, in modo da renderne più agevole la frequentazione. Tuttavia, la proposta non viene accolta e l’Orto rimane nella sua sede originaria dove ancora oggi si trova.
L’orto tra ‘800 e ‘900
Durante il dominio napoleonico l’Orto passò sotto la direzione di Giovanni Battista Balbis, fervente sostenitore delle nuove idee diffuse dalla Rivoluzione francese. Nel 1814, con il rientro dei Savoia a Torino e la conseguente Restaurazione, a causa delle sue idee giacobine Balbis è espulso dall’Università e perde la direzione dell’Orto.

Per tutta la prima metà dell’Ottocento si susseguono diversi lavori di ammodernamento del giardino, vengono sistemate un centinaio di nuove specie, si progettano viali, collinette e canalizzazioni. Un ulteriore intervento avvenne nel 1885, con l’ampliamento dell’edificio presente per l’allestimento di laboratori di ricerca.
Il Novecento si apre con la direzione di Oreste Mattirolo, che poco poté fare per preservare l’Orto dai danneggiamenti delle due guerre mondiali. L’anno peggiore fu sicuramente il 1942, durante il quale bombardamenti, mancanza di combustibile ed un inverno particolarmente rigido distrussero la serra e portarono alla perdita di numerose piante. In quel periodo è anche costruito un rifugio antiaereo sotto l’edificio principale.
L’orto botanico ai nostri giorni
A partire dalle manifestazioni per la celebrazione del centenario dell’unità d’Italia, nel 1961 l’Orto iniziò ad essere accessibile su appuntamento a piccoli gruppi di studiosi. Nel 1962 è realizzata una collinetta per la coltivazione di specie montane di varie zone del mondo.

L’apertura definitiva dell’Orto alla popolazione risale al 1997, per volere della direttrice di allora Rosanna Caramiello. Attualmente le collezioni dell’Orto sono suddivise in 3 aree distinte
- Nel Giardino dell’Orto Botanico sono coltivate oltre 1.500 specie fra erbe, alberi e arbusti.
- Nella Serra tropicale sono presenti 300 specie.
Nella Serra delle piante succulente sono presenti 350 entità.
La collezione si è arricchita recentemente di oltre 350 specie provenienti dalla zona sudafricana e inserite nella Serra Nuova allestita nel 2007. - Nell’area dell’Arboreto sono presenti oltre 500 fra alberi e arbusti.