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Sede del municipio di Torino, ufficialmente oggi giorno è chiamato Palazzo Civico, ma tra i torinesi è comune la vecchia denominazione di Palazzo di Città.

Progettato nel 1659 dall’architetto Lanfranchi, vede la posa della prima pietra in una cerimonia con le massime autorità cittadine, tra cui l’arcivescovo, il duca Carlo Emanuele II e la madre Cristina di Francia. La costruzione termina nel 1663.

Palazzo Civico

Palazzo di città
Palazzo di Città

L’inaugurazione del palazzo avvenne durante le nozze tra il duca Carlo Emanuele II e la moglie Francesca d’Orleans. Nell’occasione gli sposi e gli invitati poterono assistere ad uno spettacolare e maestoso spettacolo pirotecnico con fuochi artificiali nella piazza antistante.

Purtroppo, Francesca d’Orleans muore in giovane età l’anno successivo. Il duca quindi si sposa nuovamente, questa volta con Maria Giovanna Battista.  Ancora una volta il luogo della cerimonia è Palazzo di Città.

All’epoca il Palazzo si presentava decisamente più stretto e più basso. La sopraelevazione dove è installato l’orologio non era ancora stata costruita. Circa un secolo più tardi sarà Benedetto Alfieri ad ampliarlo ed alzarlo, risistemando congiuntamente anche la piazza.

Piazza Palazzo di Cittaà
Piazza Palazzo di Città

A piano terra, ai lati del porticato che evidenzia l’ingresso del palazzo, troviamo due statue dedicate rispettivamente a Ferdinando di Savoia e Eugenio di Savoia. Il Cortile (d’Onore) interno è rimasto quello disegnato dal Lanfranchi.

Tramite uno scalone si accede al Salone dei Marmi del primo piano, rimodernato dopo la Restaurazione del 1815. Questa sala oggi è dedicata principalmente ai matrimoni civili.

Da ricordare che il 6 gennaio 1919 il presidente americano Woodrow Wilson si affacciò dal balcone di Palazzo di Città per salutare la folla. Unico caso nella storia di un presidente americano a Torino.

Piazza Palazzo di Città

 La piazza, che prende il nome dall’omonimo palazzo, è conosciuta anche come Piazza delle Erbe per il mercato che si teneva con la vendita di commestibili freschi e secchi.

Tuttavia, spesso era indicata dal popolo come Borsa dij busiard, forse ad indicare la non completa onestà dei commercianti nel promuovere i propri prodotti o forse per indicare le promesse dei rappresentanti cittadini che si riunivano a palazzo. 

Statua al Conte Verde

Nella seconda metà del ‘700, Benedetto Alfieri ridisegna la piazza come ideale scenografia per Palazzo di Città. Nascono così le due ali porticate, caratteristiche di questa piazza.

Nel 1853, per conto di Carlo Alberto, Pelagio Pelagi disegna la statua monumentale al Conte Verde posta di fronte al Municipio. La statua rappresenta il Conte Verde vittorioso contro i turchi durante la sua partecipazione ad una crociata.

Tuttavia, il monumento scatenò l’ilarità dei torinesi: il Conte che si accanisce contro un uomo ormai a terra e sconfitto non pare proprio il ritratto di un eroe valoroso. A tale proposito il cavalier Baratta scrisse:

Chi percuota Costui non è ben chiaro;
ma Prence essendo d’intelletto raro,
scommeter si può cento contro diece
che bastonare intende chi lo fece.