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Palazzo Trucchi Levaldigi - Ingresso
Plazzo Trucchi – Ingresso

Palazzo Trucchi Levaldigi si trova all’incrocio con le vie Alfieri e XX Settembre, a pochi passi da Piazza San Carlo. Fu costruito tra il 1673 e il 1677 da Amedeo di Castellamonte su commissione del ministro delle Finanze del Regno Giovanni Battista Trucchi conte di Levaldigi.

Il palazzo ha una particolare facciata di ingresso con un taglio diagonale dell’angolo tra le due vie, non comune nell’assetto perpendicolare della città. Esternamente appare solido, robusto e severo con un imponente portale di ingresso. Gli interni sono stati invece modificati e riadattati nella prima metà del ‘900. Dal 1939 è sede della Banca Nazionale del Lavoro.

Il Portone del Diavolo

L’aspetto più rilevante del palazzo è il suo portone. Originale del 1675, scolpito in una fabbrica di Parigi e conosciuto come Portone del Diavolo. Il batacchio infatti raffigura il diavolo con due serpenti le cui teste si uniscono nel punto centrale.  Sul portone sono scolpite altri raffigurazioni, come ad esempio un topo, che evoca in qualche modo il diavolo. La tradizione vuole che il portone sia comparso dal nulla in una notte, cosa possibile solamente con l’aiuto del diavolo. Si dice che sia stato il diavolo in persona a mettere il portone. Infastidito da un’apprendista stregone che lo evocava lo chiuse dietro il portone che non riuscì mai ad aprire.

Omicidio a Palazzo Trucchi Levaldigi

Nel 1790 il palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia. Si narra che durante la festa di carnevale Emma Cochet si esibiva come prima ballerina e venne improvvisamente pugnalata a morte.

Palazzo Trucchi Levaldigi - Portone del Diavolo
Palazzo Trucchi – Portone del Diavolo

Contemporaneamente si scatenò una tempesta con vento, pioggia e fulmini che che ruppe i vetri alle finestre e spense tutte le luci. Tutti gli ospiti fuggirono spaventati, incluso l’assassino che quindi non venne mai trovato. Non si riuscì mai neppure a trovare l’arma del delitto. Tuttavia si racconta di avvistamenti del fantasma di Emma Cochet. Altri invece parlano di un quadro raffigurante la ballerina che danza tra le fiamme apparso il giorno seguente all’omicidio.

La scomparsa dell’ufficiale

L’ultimo strano avvenimento si verificò in epoca napoleonica a inizio ‘800. A quel tempo i francesi avevano il controllo della città e il palazzo aveva funzioni governative. Un ufficiale, Maggiore Melchiorre Du Perril, si recò all’interno del palazzo per un veloce pasto, mentre fuori ad attenderlo rimase il cocchiere. Il Maggiore però non uscì mai dal palazzo, ma scomparve all’interno di esso. Circa vent’anni dopo, durante dei lavori di ristrutturazione, gli operai trovarono all’interno di un muro uno scheletro sepolto in piedi con addosso brandelli di divisa.

Palazzo Trucchi Levaldigi - Batacchio del Portone del Diavolo
Palazzo Trucchi
Batacchio del Portone del Diavolo

Curiosità di Palazzo Trucchi Levaldigi

Nel ‘700 il palazzo si trovava al numero civico 15. Il 15 maggio 1738, al piano terra dell’edificio, venne autorizzata la prima Fabbrica dei Tarocchi, gioco che associa al diavolo il numero 15. Ai giorni notsri, il bus che ferma a pochi passi dal palazzo corrisponde alla linea 15 del trasporto pubblico torinese.

Tutte coincidenze?