
Foto copertina di Michele Giannone
Piazza Savoia si trova nel centro storico di Torino, tra via Corte d’Appello e via della Consolata. Comunemente chiamata Piazza dell’Obelisco è dedicata alla regione della Savoia e non come erroneamente spesso si pensa alla dinastia Savoia.
La piazza

Anticamente in questa zona vi era l’antica porta romana Segusina o Susina, in quanto uscendo dalla città ci si poteva dirigere verso la Val di Susa. La porta fu abbattuta nel 1585 per fare spazio agli ampliamenti urbani previsti, lasciando uno slargo semplicemente chiamato Piazza Segusina.
Nel 1713, Michelangelo Garove provvide a dare alla piazza l’assetto attuale. Il progetto prevedeva che attorno alla piazza sorgessero eleganti palazzi, di cui il più importante è probabilmente Palazzo Paesana.
Durante il periodo napoleonico prese il nome di Place de France. Al rientro della famiglia Savoia gli venne dato il nome di Piazza Paesana per la vicinanza al palazzo omonimo. Infine, nel 1860, venne dedicata alla regione francese Savoia.
Da sottolineare che a quel tempo la piazza era un’area mercatale dedicata principalmente ai rigattieri, assunse così il soprannome di merca’ dij busiard (mercato dei bugiardi)
L’obelisco di piazza Savoia
La storia più interessante della piazza riguarda sicuramente il suo obelisco a ricordare le leggi Siccardi del 1850. Tali leggi, volute appunto dal senatore Giuseppe Siccardi), abolirono il foro ecclesiastico.

Il progetto di onorare l’emanazione delle leggi con un obelisco fu promosso nel 1851 dalla Gazzetta del Popolo con un’iniziativa di ricerca di fondi.
L’obelisco fu progettato dallo scultore Luigi Quarenghi. Alto 21 metri, in granito, fu inaugurato nel 1853.
La sua ubicazione fu fonte di violente discussioni. Inneggiante all’anticlericalismo, collocato in questo punto pare quasi sfidare il Santuario della Consolata, uno dei luoghi di principale devozione torinese. Cosi’ come va a contrapporsi alle opere pie di Giulia di Barolo, donna molto religiosa, il cui palazzo e’ poco distante.

Una delle frasi incise sull’obelisco ricorda appunto l’abolizione del foro ecclesiastico da parte delle leggi. Incisi sui quattro lati dell’obelisco sono i nomi degli 800 comuni che contribuirono alla realizzazione del monumento.
Danneggiato nella Seconda guerra mondiale da alcuni colpi di mortaio, venne ristrutturato a conflitto terminato. Ulteriori lavori di ripulitura del monumento sono stati effettuati nel 1993.
Lo scrigno del tempo
Durante la posa della prima pietra, il 17 giugno 1852, nel basamento vennero inseriti i numeri 141 e 142 della Gazzetta del Popolo con gli articoli della costruzione dell’obelisco, una copia delle leggi Siccardi, alcune monete, dei semi di riso, grissini e una bottiglia di Barbera.
Grazie non si finisce mai di scoprire le bellezze di Torino, e per chi è lontano è ancora più bello, Torino città dai mille volti.