
Pietro Fenoglio nasce a Torino nel 1865. Frequenta la Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino, dove si laurea nel 1889.

Allievo di Carlo Ceppi, ben presto il suo stile architettonico si orientò verso il nuovo stile Liberty. In tredici anni di fervente attività portò a compimento oltre trecento opere.
Il suo stile divenne facilemente riconoscibile grazie alle ricche decorazioni floreali, le geometrie circolari, e le pregiate lavorazioni del ferro e del vetro.
Egli fu attivo anche nell’editoria, con l’importante collaborazione alla rivista L’Architettura Italiana Moderna. Fenoglio ha ricoperto importanti ruoli dirigenziali in aziende edili del tempo oltre a quello di amministratore delegato della Banca Commerciale Italiana, diventandone poi vicepresidente. Tra i suoi numerosi incarichi c’è anche quello di consigliere comunale di Torino.
Mori nella cittadina di Corio nel 1927.
Non è possibile ricordare tutte le suo opere in poco spazio. Il progetto più ambizioso fu probabilmente quello del Villaggio Leumann. Alcuni altri importanti edifici dell’urbanistica torinese sono riportati in questa pagina.
Casa Fenoglio – Lefleur
La Casa Fenoglio è la più importante ed interessante rappresentazione italiana dello stile liberty, nonché’ vero fiore all’occhiello dell’architettura torinese.
L’edificio si trova in Corso Francia, non distante da Piazza Statuto, in una zona ricca di altri esempi liberty.
Fu progettato da Pietro Fenoglio nel 1902 come sua abitazione privata. Tuttavia, l’architetto non ci visse a lungo, ma la vendette presto all’imprenditore francese Lafleur. Da qui il nome Casa Fenoglio – Lafleur.

Lafleur vi abitò fino alla morte, i suoi eredi la donarono poi all’associazione torinese La Benefica che la utilizzò come rifugio per i poveri, come ricordato da una targa.
L’edificio non subì danni dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale; tuttavia, vide un periodo di decadenza ed abbandono. Successivamente fu poi venduta a privati che si occuparono del restauro. Oggi è sede di studi professionali e residenze private, pertanto non è possibile visitarne l’interno.
Casa Fenoglio – Lefleur è costituita dal tre piani fuori terra più una mansarda. Fenoglio la concepì in pieno stile liberty francese con lo scopo di essere una casa-studio.
Tra i molti aspetti dello stile liberty spiccano
- le vetrature policrome,
- l’intreccio in ferro battuto del bow-window,
- la linea sinuosa dell’edicola che domina il terrazzino,
- lo splendido portone che dà accesso all’androne principale,
- le chiambrane delle porte interne,
- nonché il singolare disegno dei caloriferi in ghisa
Pietro Fenoglio e le ville
Villino Raby
Il Villino Raby sorge all’inizio di corso Francia, vicini a Piazza Statuto. Pietro Fenoglio ricevette l’incarico del progetto nel 1901 Michele Raby.
Fenoglio si avvalse della collaborazione di Gottardo Gussoni, creando una costruzione liberty che porta i segni delle correnti belga e francese. Il progetto originale venne rivisto più volte apportando modifiche soprattutto agli elementi in ferro battuto e alle decorazioni.

L’edificio, pur essendo in stile liberty, si differenzia molto dalla Casa Fenoglio-Lefleur, ricordando molto da vicino invece Villa Scott.
Nella facciata principale risalta il grande bovindo, con l’ingresso ed il terrazzo verandato collegato al giardino sottostante. L’interno è stato più volte rimaneggiato, tuttavia conserva le decorazioni originali e la ricca balaustra dello scalone in ferro battuto.
Il Villino Raby era originariamente circondato da una cancellata in ferro battuto. La cancellata è smantellata e fusa durante la Seconda guerra mondiale per costruire armenti bellici. Ad oggi rimane solamente il pregiato portone di ingresso.
Verso la fine degli anni Ottanta l’edificio diventa sede di una scuola privata. Nel 2004 è acquistato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino che lo ha ristrutturato e dal 2011 lo utilizza come propria sede.
Villa Scott
Villa Scott si trova a Cavoretto, nella precollina torinese. La Villa è un interessante esempio liberty. Costruita nel 1902 da Pietro Fenoglio, in collaborazione con Gottardo Gussoni, su commissione di Alfonso Scott, amministratore delegato dell’industria automobilistica Rapid, oggi scomparsa.
La struttura ricorda quella del Villino Raby, completata da Fenoglio l’anno precedente. Circondata da un ampio giardino, ha una pianta asimmetrica con decorazioni floreali, bovindo e vetrate.
Accanto alla piccola depandance dedicata ai custodi, parte una scalinata che copre ventiquattro metri di dislivello e permette di raggiungere il giardino superiore.

La facciata principale è riccamente decorata. Sul lato sinistro troviamo l’ingresso ed una struttura di tre piani, mentre a destra vi sono 4 piani fuori terra con finestre di forma ellittica. Ricche decorazioni floreali si ritrovano anche all’interno. Qui viene fatto anche ampio uso di tappezzerie e legno per i pavimenti.
L’appartamento si sviluppa attorno ad un ampio salone alto due piani. Al primo piano vi era la sala e il soggiorno, mentre al secondo piano trovavano spazio le camere da letto e i bagni. Il sottotetto era invece dedicato al personale di servizio.
Alla morte di Alfonso Scott, la Villa è ceduta alle Suore della Redenzione che la adibirono a collegio femminile con il nome di Villa Fatima.
All’inizio degli anni 2000, la Villa è acquistata da un privato che ne hanno curato il restauro. Nel 2017 viene acquistata da Banca Generali, che la rivende nel 2022 ad un gruppo immobiliare britannico.
Villa Scott è famosa per essere uno set del famoso film Profondo rosso di Dario Argento del 1974. Tuttavia, nel film, la Villa si trova nelle campagne romane. Curiosamente, per poter girare le scene, la produzione pagò un periodo di villeggiatura a Rimini a tutte le Suore e le ragazze ospitate nel collegio.
Pietro Fenoglio e via Cibrario

Altri esempi liberty di Pietro Fenoglio si possono vedere in via Cibrario.
Al numero 9 della via troviamo Casa Padrini, commissionata all’architetto dall’omonima famiglia nel 1900. L’abitazione civile di cinque piani presenta raffinate pitture di motivi floreali, un’imponente bifora sull’angolo e graziosi balconi all’ultimo piano. Interessante la scala interna a pianta pentagonale e la ringhiera in ferro battuto.
Sei anni dopo, al numero 54 di via Cibrario, Fenoglio costruisce Casa Girardi. In questa costruzione iniziano ad apparire elementi del successivo stile déco. Rimangono tuttavia presenti principalmente gli aspetti liberty, come il ferro battuto dei balconi e le decorazioni dell’ultimo piano.