

La Reggia di Venaria Reale, nasce dall’esigenza di Carlo Emanuele II di avere una residenza per la caccia. Venne scelta questa zona per i vasti boschi ricchi di selvaggina. Egli comperò i due villaggi di Altessano Inferiore e Superiore, proprio con l’intento di costruire una tenuta di caccia. La Reggia di Venaria Reale si trova nell’omonimo comune, confinante con Torino.
In questo caso è quindi il comune di Venaria Reale che prende nome dalla reggia. Esso deriva infatti dall’aspetto venatorio (in latino Venatio Regia o Venària)
Costruzione
I lavori iniziarono nel 1658 sui progetti di Michelangelo Garove e Amedeo di Castellamonte e durarono per diversi anni. Si previde anche la nascita di un borgo.
Il borgo, poi Comune, di Venaria appunto, per ospitare lavoratori ma anche altri cittadini. Le cronache riportano che nel 1675 la Reggia e le case del borgo erano in gran parte completate.
Nel 1693 Vittorio Amedeo II commissionò nuovi lavori e la Reggia venne restaurata.

Successivamente, durante l’assedio del 1706, la reggia fu utilizzata dai francesi come caserma. Visto l’utilizzo militare essa fu danneggiata in molte parti.
Alla fine dell’assedio, con la cacciata dei francesi, Vittorio Amedeo II diede incarico a Filippo Juvarra di eseguire una risistemazione. Questa prevedeva anche l’aggiunta di altre strutture come le scuderie e la chiesa di sant’Uberto. Infine, nel 1739, Benedetto Alfieri su ordine di Carlo Emanuele II portò a termine un progetto di ampliamento.
Reggia di Venaria – Il declino
Tuttavia, la Reggia di Venaria Reale iniziò a perdere parte della sua popolarità. I sovrani in effetti iniziarono a preferire la più nuova Palazzina di Stupinigi.
Durante il periodo napoleonico, venne poi nuovamente utilizzata come caserma. Inoltre, i francesi distrussero i giardini per farne una piazza d’armi.

Al loro rientro i Savoia scelsero la Palazzina di Stupinigi per la caccia, destinando la Reggia di Venaria a scopi militari. Vi stabilirono anche il centro della Cavalleria del regno con una scuola di equitazione di livello e prestigio europeo.
Da inizio ‘800 l’utilizzo della Reggia come caserma continuò per quasi due secoli, causandone il progressivo degrado e danneggiamento.
Nel 1978 venne finalmente ceduta alla Soprintendenza per lavori di restauro. Tuttavia, si dovette aspettare vent’anni prima di poter iniziare i lavori.
Il restauro
I restauri coinvolsero oltre 250.000 metri quadri di strutture e quasi un milione di metri quadri di giardini. Si sono resi necessari oltre 280 milioni raccolti con fondi italiani ed europei.
Il recupero della reggia di Venaria Reale è considerato uno dei più grandi cantieri di restauro europeo in quanto non si tratta solamente del restauro di un complesso architettonico, ma del recupero urbanistico di un intero territorio che comprende la città di Venaria, il suo centro storico, la sua viabilità, le infrastrutture, il Borgo Castello della Mandria con il suo parco, le circa 30 cascine e ville interne, il recupero di terreni abbandonati e ora riqualificati a giardini.
(Francesco Pernice, Soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte e direttore tecnico coordinatore dei restauri della Venaria Reale, 24 luglio 2007)
È la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa. 100.000 metri quadrati della superficie dell’intero complesso sono stati restaurati, 9.500 metri quadrati di stucchi recuperati, 1.000 di affreschi riportati alla luce. Gli ettari di Giardini già visitabili sono 50, 200.000 le nuove piantumazioni, 11 i milioni di litri d’acqua nella Peschiera, 4.500 i metri quadrati delle Scuderie Juvarriane.
(Dal sito La Venaria)
Reggia di Venaria – La Galleria Grande

Su progetto dello Juvarra, collegava l’appartamento del re con quello del figlio.
La Galleria è lunga circa 80 metri e larga 12. La volta è riccamente decorata e raggiunge un’altezza di circa 15 metri.
L’illuminazione proviene da 44 ampie finestre e da 22 aperture (chiamate occhi) posizionati nella volta. Questo particolare sistema permette uno speciale gioco di luci e ombre che esalta la galleria e le sue decorazioni.
Il pavimento originario fu smontato dai francesi e riutilizzato per la Galleria del Beaumont a Torino. Quello attuale è stato posato nel 1995 seguendo il disegno originale dell’architetto messinese.
Cappella di Sant’Uberto
Voluta da Vittorio Amedeo II, fu ultimata da Juvarra nel 1729. La pianta è a croce greca, con due grandi altari e quattro cappelle circolari. Particolarmente pregiato risulta l’altare maggiore. Capolavoro di Giovanni Baratta, evidenziato dai fasci di luce che entrano dalle finestre della cappella. Il collegamento della Cappella con la Reggia avvenne per volere di Carlo Emanuele III e realizzato da Benedetto Alfieri.
Le Scuderie

Composte da Scuderia Grande e Citroniera, furono terminate da Juvarra nel 1727 per volere di re Vittorio Amedeo II. La Scuderia Grande è composta da una lunga navata di 148 metri. Poteva ospitare 200 cavalli. L’edificio mantenne sempre il suo ruolo, in quanto naturalmente utile anche per scopi militari. La Citroniera, anch’essa lunga 148 metri era invece in grado di contenere oltre 400 casse di agrumi.
All’interno della Scuderia Grande, da non perdere lo stupendo Bucintoro di Vittorio Amedeo II fatto realizzare a Venezia nel 1731. Unico esemplare originale rimasto al mondo.
Dal 5 maggio 2021 è anche esposta la Carrozza di Napoleone realizzata nei primi anni dell’800.
I Giardini della Reggia di venaria
Purtroppo, i giardini originali della Reggia di Venaria sono completamente spariti. I francesi di Napoleone li distrussero del tutto trasformandoli in piazza d’armi. Rimangono tuttavia i disegni dell’epoca che mostrano un giardino di stile francese diviso in tre terrazze collegate con scalinate.
I lavori di restauro di cui abbiamo già parlato riguardano anche i giardini. Essi sono stati ripristinati e sono in continuo ampliamento. Vennero aperti al pubblico nel 2007.

Asse Centrale
L’asse centrale era il percorso originario pensato dal Castellamonte, assieme al Borgo e alla Reggia di Venaria. Nella parte dei Giardini questo percorso era arricchito da fontane e sculture.
La centralità dell’asse rimase anche con il rinnovamento Settecentesco di Garose, mentre divenne invece marginale dopo l’intervento dello Juvarra. Sull’asse troviamo il Giardino a Fiori, presente fin dal ‘600 ed oggi riportato all’antico splendore.
La monumentale Fontana d’Ercole venne distrutta a metà Settecento, oggi possiamo vederne solamente i ruderi delle fondamenta. Simile sorte è toccata dal Tempio di Diana, di cui si può ormai vedere solamente il basamento
Parco Basso
Durante i lavori di restauro è stata portata alla luce l’antica struttura, ormai interrata, del Parco Basso. Oggi vi troviamo Il Giardino delle Sculture Fluide con 14 opere di Giuseppe Penone realizzate tra il 2003 e il 2007. Inoltre, il grande specchio d’acqua della Peschiera riprende il disegno originario.
Parco Alto

Ricostruito seguendo i disegni del ‘700. Qui vi troviamo il Gran Parterre come rievocazione del giardino settecentesco.
I Boschetti sono stati realizzati in analogia a quanto già presente nel 1700 assumendone un ruolo analogo per divertimenti, giochi e musica. Fanno parte del Parco Alto anche il Giardino delle rose e l’Allea Reale
Potager Royal
Nell’ Ottocento questa zona era dedicata alle coltivazioni per la casa Reale. Analogamente oggi vi troviamo un orto ed un frutteto. Frutta e verdura viene utilizzata per prodotti alimentari acquistabili presso la Reggia di Venaria.
La Reggia di Venaria oggi
La Reggia di Venaria Reale fa parte del patrimonio dell’UNESCO dal 1997. Nel 2019 il giardino della Reggia è stato eletto parco pubblico più bello d’Italia. Ospita periodicamente mostre d’arte, ma è anche sede di incontri, convegni, concerti ed eventi.
Nei dintorni da non perdere una passeggiata nel Borgo Storico della Venaria Reale ed una visita al parco della Mandria.
Chi a ved Turin e nen la Venerìa, a ved la mare e nen la fija
Chi vede Torino e non vede la Venaria, vede la madre e non la figlia