
Via Giuseppe Garibaldi che collega Piazza Castello a Piazza Statuto. Lunga 963 metri è la via pedonale più lunga d’Italia, secondo in Europa solo a rue Sainte-Catherine in Bordeaux.
La storia
La via era già presente in epoca romana. Essa fungeva da raccordo tra la Porta Decumana, oggi inclusa in Palazzo Madama, e la Porta Pretoria all’altezza Via della Consolata. Pur rimanendo un’importante via commerciale, dopo la caduta dell’Impero Romano non venne mai rimaneggiata cadendo in un progressivo degrado.

Nel 1573 Emanuele Filiberto promosse un progetto di canalizzazione dell’acqua dalla vicina Dora. Lo scopo era duplice: ripulire i vicoli e fronteggiare prontamente gli incendi. La via venne quindi dotata al centro di un canale d’acqua scoperto prendendo il nome di Via Dora Grossa.
A partire dal 1714, sotto il regno di Vittorio Amedeo II prima e, successivamente, di Carlo Emanuele III, la via venne rimodellata e prolungata fino all’attuale Piazza Statuto. Essa venne messa in asse con il portone centrale di Palazzo Madama e pressoché tutti gli edifici vennero completamente rifatti.
Divenne la via principale della città, sede di edifici istituzionali e palazzi della nobiltà. Data l’importanza e la costante frequentazione dell’aristocrazia torinese nel 1730 fu dotata di marciapiedi (probabilmente il primo in Europa) e completamente lastricata (una delle poche in Torino).
Nel 1846, la via venne dotata di illuminazione a gas e il 5 giugno 1882 prese il nome di Via Garibaldi. Fu completamente pedonalizzata nel 1979.

Da vedere in via Giuseppe Garibaldi
Ai giorni notsri continua ad essere una via prettamente commerciale. Vi si trovano negozi di tutti i tipi, bar e gelaterie. Lungo tutta la via si trovano spesso saltimbanchi e artisti di strada.
Quasi tutti i palazzi di Via Garibaldi mostrano pregevoli balconi in ferro battuto, spesso con incisioni che identificano i vecchi padroni di casa. Anche se un po’ nascosta, da non mancare la visita alla Cappella dei Banchieri e dei Mercanti.
All’altezza di Via della Consolata vi è una grossa pietra quadrata cintata da quattro paletti con catene. Durante dei lavori di scavo vennero alla luce resti delle mura romane. Il comune decise di mantenere visibili dalla via ponendo una lastra trasparente che ne permettesse la vista. Dato il frequente passaggio, il vetro si deteriorò in breve tempo e venno conseguentemente rimpiazzato con la pietra visibile oggi.
Da non perdere la Farmacia Chimica Tullio Bosio. A dire il vero la farmacia è presente sin dal 1715, solamente a fine ‘800 subentreranno i Bosio. Tuttavia, è proprio a Tullio Bosio che si deve il ricco e pregevole frontale d’entrata, con tanto di busto del medico greco Galeno. L’interno e’ costituito da scaffali lungo le pareti e un bancone di inizio ‘900.