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Via Po collega Piazza Castello a Piazza Vittorio Veneto. È caratterizzata in tutta la sua lunghezza da portici pedonali su ambo i lati.

Via Po
Via Po

La sistemazione della Contrada di Po venne incoraggiata nel 1663 dal Duca Carlo Emanuele II con un duplice scopo. Innanzi tutto, si voleva di risanare una zona considerata malsana. In secondo luogo vi era la necessità di ampliare la città.

La storia

Il progetto venne successivamente appoggiato anche da Maria Giovanna Battista. Per la realizzazione fu incaricato Amedeo di Castellamonte, che lo portò a termine per l’inaugurazione avvenuta nel 1674.

Inizialmente non dotata di portici permetteva il collegamento tra Piazza Castello e quella che allora era Piazza d’Armi, l’odierna Piazza Vittorio Veneto. Via Po si raccorda quindi in Piazza Castello terminando con un’apertura semicircolare sull’ampia Piazza Vittorio (Veneto).

Dovendo unire questi due punti della città la via non rispetta l’assetto urbano tradizionale. Difatti non è perpendicolare, ma leggermente in diagonale. Inoltre, rivestiva grande importanza poiché’ era l’accesso all’unico ponte per l’attraversamento del Po.

Rinnovi e modifiche di via Po

Via Po - Portici
Via Po – Portici

I caseggiati a lato della via incorporavano antichi edifici come lo Studium, l’attuale Università di Torino, attivo sin dai primi anni del ‘400.

Una decina di anni dopo l’apertura della via, si venne ad aggiungere anche l’Ospizio della Carità voluto da Vittorio Amedeo II con la costruzione del Palazzo degli Stemmi.

Intorno al 1720 Vittorio Amedeo II fece costruire il porticato su ambo i lati, rinominandola Via Po.

Successivamente a inizio ‘800 Vittorio Emanuele I fece aggiungere la copertura completa anche sull’intersezione delle vie che l’attraversano. Tuttavia, tale copertura, è dedicata solamente al lato sinistro della via. Lo scopo era infatti quello di consentire al Duca di poter raggiungere comodamente il fiume da Palazzo Reale anche in caso di pioggia.

Questa asimmetria viene ancora oggi ricordata dai torinesi che comunemente identificano i lati di via Po come Portici del Re o Portici della pioggia da una parte e lato del popolo o lato del sole dall’altra.

Durante la Seconda guerra mondiale intensi bombardamenti nel 1944 danneggiarono gravemente soprattutto il lato destro della via.

Via Po ha una larghezza di 30 metri (portici compresi) per 704 metri di lunghezza. I portici ai lati si uniscono con quelli di Piazza Castello, proseguono poi per Via Roma e Via Pietro Micca creando un lunghissimo passaggio pedonale che attraversa tutto il centro di Torino.

Da vedere e ricordare

Via Po - Bar Fiorio
Via Po – Bar Fiorio

Sicuramente da ricordare lo storico Caffè Fiorio, sede di incontri politici e intellettuali durante il 1800, nonche’ famoso per produrre il più gustoso gelato della città.

Da notare anche la presenza della Gioielleria Musy Padre e Figli, che pare sia la più antica d’Italia.

Molti sono anche i personaggi che hanno avuto a che fare con Via Po e questa zona di Torino. Per esempio, Erasmo da Rotterdam, come ricorda una targa sotto i portici, vi si laureò nel 1506, mentre Nietzsche era un assiduo frequentatore del Caffè Nazionale. Ma anche il pittore De Chirico da Via Po trasse ispirazione.

Per chi vi si recasse durante il periodo natalizio, da non perdere la visita del Presepe Meccanico presso la Chiesa della Santissima Annunziata. Il presepe fu realizzato da Francesco Canonica nel 1910. Composto da circa 200 personaggi scolpiti appositamente da artigiani della Val Gardena. Circa la metà di essi è animato da un unico motore elettrico. Un’unica mucca invece è dotata di movimento grazie ad un meccanismo a orologeria. Negli ultimi anni è stato aggiunta un’illuminazione a led per un effetto giorno-notte.