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Vittorio Amedeo III nasce nel 1726 da Carlo Emanuele III e Polissena di Hesse-Rhinfels. Viene educato prevalentemente nelle discipline umanistiche. Buono e spesso ingenuo, si fece amare dal popolo per la sua generosità. Forse proprio per questo suo atteggiamento poco regale ed austero, unita all’abitudine di sperperare il denaro, il padre non lo coinvolse mai negli affari di governo.
Re Vittorio Amedeo III
Ricevuta una formazione prettamente militare, sale al trono alla morte di Carlo Emanuele III nel 1773. Come reazione verso il padre, allontanò tutti gli uomini fedeli del genitore che vedeva come ostili e nemici, rimpiazzandoli con nuovi ministri a lui devoti ma di capacità mediocri e senza esperienza di governo.

Come nuovo re i suoi primi interessi si focalizzarono nella fortificazione dei confini, rafforzamento dell’esercito e miglioramento dei commerci marini del porto di Nizza. Nel 1774 fondò la Legione truppe leggere, quella che diventerà successivamente la Guardia di Finanza.
In campo sociale si dedicò ad alcune opere di rinnovamento culturale come la creazione di un osservatorio astronomico e ripristini di scuole artistiche di pittura e scultura. L’intervento più notevole fu probabilmente l’installazioni di lampioni ad olio per l’illuminazione notturna della città. Tuttavia, i suoi interventi non furono così radicali ed importanti da migliorare la situazione pregressa.
In campo politico rivolse le sue simpatie verso la Francia, tanto da stringere forti legami matrimoniali: due figlie sposarono i conti di Provenza e d’Artois mentre il figlio primogenito Carlo Emanuele prese in moglie Clotilde di Francia, sorella di Luigi XVI.
Si preoccupò anche di stringere relazioni diplomatiche con la Prussia, mentre invece considerava l’Austria come un pericoloso nemico. In verità i pericoli arriveranno proprio dai suoi amici francesi.
Sottomissione a Napoleone

Anton Raphael Mengs
Olio su tela 1775
La rivoluzione francese e le idee che essa portava con sé erano alle porte del Regno sabaudo e non tardarono a diffondersi in Piemonte. Gli stretti rapporti familiari con Luigi XVI e il rifiuto di Vittorio Amedeo III ad ogni novità lo posero in una difficile posizione che lo spinsero sempre più ad avvicinarsi a Prussia ed Austria.
Ben presto le forze dei rivoluzionari francesi si rivelarono inarrestabili. Il 21 settembre 1792 invasero la Savoia, il 9 ottobre presero Nizza e pochi giorni dopo proclamarono l’annessione dei territori conquistati. Gli aiuti militari ricevuti dagli austriaci non sortirono alcun effetto. Nel 1794 i francesi occuparono il Colle Tenda, l’anno successivo Loano.
Vittorio Amedeo III sostenuto dagli austriaci provò a resistere, ma l’arrivo di Napoleone al comando delle armate francesi impegnate nella campagna d’Italia spazzò via ogni resistenza. Nel 1796 i francesi prendono Cherasco minacciando Torino e il re sabaudo è costretto a sottoscrivere un trattato di pace che riconosce Nizza e la Savoia come domini della Francia oltre a dichiararsi disponibile ad ospitare delle guarnigioni francesi.
Gli ultimi anni

Giuseppe Duprà 1775
Vittorio Amedeo III fu sempre ostinatamente contrario alle nuove idee che si stavano diffondendo dalla Francia. Mal consigliato dagli uomini a lui fedeli e con i vertici dell’esercito spesso incompetenti si ritrovò sconfitto, umiliato ed isolato da tutti.
Colpito da apoplessia muore a Moncalieri Moncalieri nell’ottobre del 1796.
Vittorio Amedeo III sposò nel 1750 Maria Antonietta di Spagna. Fu un matrimonio felice anche se la regina, mai veramente amata dal popolo, preferì una vita ritirata e tranquilla. La coppia ebbe 12 figli, tra cui i suoi due successori Vittorio Emanuele I e Carlo Felice